Cotone e -se diventa intelligente! - Catone.
"Rendiamo assurda la vita, da est a ovest"
mercoledì 7 giugno 2023
Greenaway
Dogtooth
J. Goebbels, un signore che di potere ne capiva qualcosa, un giorno esordì con questa frase da carceriere di gran razza: - "La propaganda è un' arte, non importa se essa racconti o meno la verità".
Da un punto di vista più ovvio, Kynodonthas è un moderno, nerissimo J'accuse! contro le insidie della propaganda, intesa come architettura di qualsiasi Dittatura, poiché in grado -da sola- di alterare significativamente la libertas agendi dei popoli, deformando la loro visione della realtà. Così, succede che il patriarca della famiglia riesca a far credere che la loro pace sia minacciata da un mostro tremendo, che si chiama Gatto, e che per combatterlo tutti loro debbano abbaiare come cani:
Come spesso, succede il "dietro le quinte" è più interessante del palcoscenico:
Ci insegnano da sempre ad avere un chimerico terrore delle potenze visibili e invisibili. Eppure, anche da malati immaginari continuiamo ad avere dentro quella corsa disperata verso la vita che preme sullo sterno nottetempo. Siamo animali crudi, nebulosi, vittoriosi e permalosi. Le snervanti provocazioni del film sembrano suggerirci che gli esseri umani sono creature addomesticabili, spesso cieche, ma ancora sensibili al veleno vitale della natura, della fame e del godimento, che assomigliano a rischiose infiltrazioni nell'ordine civile delle cose. Bastano pochi indizi. Una parola celata male. La scoperta di un nuovo linguaggio umano.
Non riusciamo quasi mai a possedere la verità, ma alcuni di noi possono almeno toccarla. (Chiudo con un bel passaggio del film: le due ragazze decidono di chiamarsi "Bruce" e "Spinadorsale". Il nome, anche se qui è ridicolo, è la prima forma di riconoscimento che l' 'individuo offre di sé. )
Ma siamo così lontani dal micragnoso regno di Dogtooth?
In fin dei conti crediamo ancora che un profeta abbia soggiornato per tre giorni e tre notti nel ventre di un pesce e che si sia trovato così bene da scriverci anche un cantico.
Michela
Ken Russell
KIM KI DUCK
Heidegger riflette su un soggetto di Van Gogh
Roma 3 giugno 2023
[...]Scegliamo -ad esempio- un quadro di van Gogh. Che cosa c'è da vedere in esso? [...] La contadina calza le scarpe nel
campo. Solo qui esse sono ciò che sono. [...]. Lei è in piedi e cammina con esse. Ecco a cosa le scarpe servono
realmente. [...] Nel quadro di van Gogh non potremmo mai stabilire dove si trovino quelle scarpe. Intorno a quel paio
di scarpe da contadino non c'è nulla di cui potrebbero far parte, c'è solo uno spazio indeterminato. Grumi di terra dei
solchi o dei viottoli non vi sono appiccicati, denunciandone almeno l'impiego. Un paio di scarpe da contadino e
null'altro. Tuttavia ... nell'orifizio oscuro dell'interno logoro si palesa la fatica del cammino percorso lavorando. Nel
massiccio pesantore della calzatura è concentrata la durezza del lento procedere lungo i distesi e uniformi solchi del
campo, battuti dal vento ostile. Il cuoio è impregnato dell'umidore e dal turgore del terreno. Sotto le suole trascorre la
solitudine del sentiero campestre nella sera che cala. Per le scarpe passa il silenzioso richiamo della terra, il suo tacito
dono di messe mature e il suo oscuro rifiuto nell'abbandono invernale. Dalle scarpe promana il silenzioso timore per la
sicurezza del pane, la tacita gioia della sopravvivenza al bisogno, il tremore dell'annuncio della nascita, l'angoscia della
prossimità alla morte. Questo mezzo appartiene alla terra e il mondo della contadina lo custodisce. Da questo
appartenere custodito, il mezzo si immedesima nel suo riposare in se stesso [...] ». E' il quadro che ha parlato, che ci ha
fatto conoscere cosa le scarpe sono in verità...Noi diaciamo spesso questa parola, e non riflettiamo a sufficienza sul
suo significato.