sabato 1 ottobre 2011

Carnage - Roman Polanski - 2011 (Note di Simona)



Fuori e dentro le cose: il passo è così piccolo, il limite un bicchiere di Scoth. Analisi, comprensione, studio. Due facce della morale a confronto in una stessa stanza. La coppia: ciò che rimane di essa, messa a nudo in tutte le sue limitazioni umane. Appendice di uno spasmodico  lavoro o corollario di un quadretto eticamente convincente? La coppia: questa frenetica ricerca della vita in due, quasi apice sacramentale dell’individuo, il superamento di se stessi, dei propri limiti per l’altrui felicità. E se da una parte c’è il coniugale che si ostenta, prima  ancora ci sono due donne e due uomini con le loro fragilità. Qual’ è  il migliore? Verrebbe da chiedersi in maniera grossolana...Chiaramente non c’è risposta. Perché se è facile parlare dei problemi del mondo con il frigo succulento e le edizioni esclusive di pittura su un tavolo, ben in vista, è anche vero che fa vomitare la totale indifferenza rispetto a certi problemi. Inevitabile provare smarrimento e chiedersi in quale parte sto in questa scena teatrale così vera e veritiera che in modo assoluto-esemplare riesce a penetrare nelle più intime e nascoste, profonde crepe dei questa “elevata” società moderna. Il matrimonio diventa un pentolone dove poter metterci dentro tutto a cuocere a fuoco lento fino all’ebollizione/esplosione. Ansie, insicurezze, paure, frustrazioni, solitudini, arrivismo, desideri mai realizzati per i quali, forse, si è lottato poco, soldi, ideali da solo da spolverare, sgomento. Dov’è finita quella pienezza, quel completamento, quell’ equilibrio che si può raggiungere solo quando si ama con chi si ama?  
Dove sono gli occhi di chi guarda con amore chi ha scelto per scrutarne desideri, preoccupazioni, frustrazioni, pensieri più profondi? Si è totalmente soli anche in due.
Con prosternazione
Simona

6 commenti:

Il Bollalmanacco di Cinema ha detto...

Un film bellissimo, che finalmente riesce a fare un po' pensare, dopo tanta fuffa cinematografica odierna!

matumba ha detto...

il film è uno spettacolo, una conferma della genialità di Polanski, e allo stesso tempo la scoperta della genialità di Yasmina Reza.
La grandezza dell'opera si riscontra nella libertà d'interpretazione lasciata allo spettatore.
In un contesto ermeticamente chiuso, come le mura di un appartamento teatro di una controversia che fa leva su un solo e semplice argomento, lo sceneggiatore-regista sviluppa gli eventi toccando diversi temi della mente umana e della sua capacità di relazionarsi con le altre sue simili.
Proprio in questo si manifesta la genialità: ognuno può carpire e far proprio uno dei tanti spunti di riflessione proposti, divenendo protagonista e dio del proprio massacro.
Di fatto massacrante è la l'appartenenza ad una società, che sottosta a regole indefinite, come la formalità e la cortesia, valori imposti come positivi che puntualmente lasciano il posto all'innato senso dell'istinto e dell'affermazione del proprio io, piuttosto che all'abnegazione dello stesso in virtù di una pacifica convivenza.
Massacrante è allo stesso tempo il desiderio di affermazione delle proprie ambizioni, puntualmente disatteso dalle difficoltà di realizzare le stesse in sintonia con le ambizioni di chi ci sta attorno.
Ed infine massacrante è la necessità di vivere in coppia, con lo spettro costante del crollo di quell'illusione che è l'aver trovato la persona perfetta.
Io più che soffermarmi su uno solo di questi aspetti, tutti degni di un serio approfondimento, trovo piacere nel constatare come a farla da padrone sia l'ironia. L'ironia celata nella futilità di ogni congettura mentale o comportamentale, a cospetto di quello che poi sarà la semplicità dello svolgersi degli eventi, che ben pensa di prevaricare gli sforzi da tutti noi profusi al fine (inutile) di condizionarlo a nostro eccessivo piacimento.
Ciao Simona, a presto

Anonimo ha detto...

Ti ringrazio per il tuo interessantissimo commento.La tua lucida e approfondita analisi rendono completa e ricca la descrizione del capolavoro.
E' stato estremamente piacevole leggere le tue riflessioni,spero che tornerai ad impreziosire il nostro blog ogni qualvolta tu ne abbia voglia.
Ciao,a presto
Simona

Tarcisio ha detto...

Dopo aver letto le due "recensioni" a riguardo di un film che in realtà non lascia molta libertà d'interpretazione, non posso che concordare con Matumba sul fatto che Simona si sia soffermata in maniera un pò superficiale e grossolana unicamente su un solo aspetto rispetto a quanto in realtà il film ci propone.
Concordo a pieno che il filo conduttore di tutto il film sia l'ironia che rende il film ancor più interessante e in alcuni casi disarmante anche se in fin dei conti, a mio parere, la pellicola non offre novità assolute relativamente ai temi trattati.
Ottime la scenografia e la fotografia.

Cotone ha detto...

Onorata e lieta.
Grazie

Anonimo ha detto...

@ TARCISIO:
Non credo di essere stata affatto superficiale nella mia analisi. Molto probabilmente lo è stata la tua lettura. Dopotutto quotare i commenti altrui( Vedi Matumba) è sempre più facile e comodo che esprimere ex novo una propria idea.
P.s.
Complimenti per il nome,suppongo che tu sia abbastanza bigotto da non cogliere quella libertà di interpretazione che può leggere una mente più aperta!
Alla prossima
Simona